Madonna Nera by Germano Hell Greco

Madonna Nera by Germano Hell Greco

autore:Germano Hell Greco [Greco, Germano Hell]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Acheron Books
pubblicato: 2024-01-26T16:53:42+00:00


Capitolo XX

“Il sogno che hai fatto… della casa. Forse ti ho suggestionato io con le mie storie.”

Kiki rise, poi tossì. “Sei proprio ingenuo.”

Pietro aveva ancora in testa le puttanate di suo nonno. Un casino. Ma provare a razionalizzare con lei era peggio. La vedeva, non si reggeva in piedi, era verde ed era quasi morta.

Kiki si afflosciò su un paio di gradini lisciati dal tempo, la schiena contro il portoncino serrato.

S’asciugò la fronte color cencio con la manica della giacchetta leggera.

“Ti porto a casa,” azzardò Pietro.

Lei scosse la testa, gli occhi chiusi. “Ed è ancora casa mia? O...”

“Senti, era una situazione… particolare. Giada era spaventata a morte e ho pensato di farla restare a dormire da te.”

“Quella che è finita in ospedale però sono io… E fanculo! Chi cazzo sono questi due, eh?”

Questa è fuori… “Te l’ho detto, sono amici miei! E comunque ti hanno aiutata anche loro...”

Intorno, la fanfara della banda che intonava caroselli alla Santa dei Denti. Oltre il vicolo, Alepia intera si smarriva in passeggiate senza meta, bevute e cibarie i cui odori grondavano dalle pareti dei viottoli.

Pietro s’annusò la maglietta: un misto di sudore, ansia e gnummareddi arrosto.

“Sì, devi farti una doccia,” osservò Kiki, di nuovo persa in chissà quale Samsara.

La risatina di Sandro strisciò fino a loro attraverso il vicolo. Camminava dinoccolato. Gli è passata, pensò Pietro, oppure…

Giada dietro di lui, le mani affondate nella tasca di una felpetta, cappuccio sui capelli rossi e sguardo basso.

“Allora? Che ci facciamo qua? Piacere, Sandro.” Tese la mano di traverso davanti al naso di Kiki, che sollevò appena le pupille.

“Bei vestiti,” disse Kiki.

Sandro ritirò la mano.

Giada incassò ancora di più la testa nelle spalle. “Bella casa, pure. Ciao...”

Kiki tirò un sospiro lungo.

“Bene, adesso che ci siamo incontrati possiamo…”, iniziò Pietro.

Lei lo zittì con un cenno della mano. “Sono troppo stanca per pensare a che cazzo sta succedendo… dopo. Facciamo un giro, dai.”

Si piantò i palmi sulle ginocchia e si tirò in piedi. Ondeggiò un poco, tanto che Pietro la sostenne per un gomito. Lei gli mise la mano sul petto.

“Ce la faccio...”

“Forte, la ragazza,” sghignazzò Sandro. “A tuo nonno piacerebbe.”

Pietro gli diede un colpo con le nocche nello stomaco.

Pochi passi dopo, l’andatura di Kiki divenne rilassata. Aveva scelto di immergersi nella fiumana. “La gente soffoca, ma fa anche da scudo,” aveva detto. Le erano stati dietro.

Aveva fatto sosta a una bancarella, per comperare un sacchetto di Denti di Santa Feba. Sandro aveva preso da bere.

Pietro s’era ritrovato accanto a Giada. S’erano solo sfiorati con lo sguardo. Lei aveva subito posato gli occhi sul lastricato, mangiucchiandosi le unghie. Camminava un piede avanti all’altro, come i bambini.

Che le prende a questa, mo?

I colpi delle percussioni rimbombavano nello stomaco, i fiati assordavano, la calca stagnava in attesa che dalla chiesa spuntasse il baldacchino con in cima la statua della santa sdentata, portata a spalla da dieci penitenti.

Kiki li condusse sul lungomare. Trenta metri sotto si stendeva la valle: un ammasso nero con qualche luce sparuta che segnalava le case dei contadini e il passaggio a livello della ferrovia.



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